INTERVISTE

LA MUSICA AFROAMERICANA DI LARRY FRANCO




Larry Franco è uno dei più apprezzati jazzisti italiani. Insegna al Conservatorio di Taranto, Istituto Superiore di Studi Musicali G. Paisiello, dove è docente della cattedra di “Canto Jazz”. Una strepitosa carriera musicale, una quantità notevole di concerti in quasitutto il mondo e spettacoli in televisione, fanno del signore del Jazz pugliese il numero uno della musica afroamericana.

Elencare la tua lunghissima carriera musicale è impossibile. Da dove vuoi iniziare?

Io inizierei dalla mia permanenza a Los Angeles tra il 1994 e il 1995 dove sono entrato in contatto con un mondo nuovo che mi ha dato tanto. Da lì in poi ho girato praticamente tutto il mondo tranne il sud America (ma non per scelta … è che non è mai capitata l'occasione) eseguendo concerti per Festival Internazionali di Jazz, di Cinema, suonando per Ambasciate, Consolati ed Istituti Italiani di Cultura … Los Angeles non mi ha mai abbandonato, è sempre con me nel cuore e mi stimola a pensare all' americana … oltre che a cantare all' americana. Poi ci fu l'incontro con Nicola Arigliano che ha segnato l'altra faccia della medaglia della mia carriera, quella dedicata al repertorio Swing Italiano. Grande Nicola.

Il Jazz, la musica afroamericana e Larry Franco. Che mi dici?

E' tutto dentro di me e cerco di tirare fuori il meglio nei miei concerti per il mio pubblico. Il ritmo, la poliritmia, le armonie, lo Swing, Larry Franco è un concentrato di tutto questo.

Qual’ è il tuo cantante jazzista preferito nel panorama internazionale?

Amo Nat King Cole, ma anche “papà” Sinatra, Tony Bennett, Mel Tormè tra i cantanti classici, poi adoro Eddie Jefferson, George Benson, e fra i più giovani Michael Bublè, Peter Cincotti, tra le donne ovviamente Ella Fitzgerald, poi Diana Krall.

Se dico Jazz a Taranto cosa mi rispondi?

Per bacco (Jazz Club), l'unico vero Jazz Club che abbiamo a Taranto.

Ai lettori che seguono la rubrica, perché consiglieresti un tuo concerto?

Meglio vedere un bel concerto in compagnia che stare a casa a rompersi da soli (Massimo Catalano).

Un tuo breve resoconto sul fare musica in Italia, tra eventi e congressi.

Il lavoro parallelo ai concerti, cioè quello dei congressi, fiere è molto importante per avere visibilità anche in altri settori e per diffondere la musica il più possibile. Esiste un sottobosco di attività che è sicuramente più remunerativo dei Jazz Club dove il musicista deve svolgere un ruolo da orchestrale e suonare musica di intrattenimento. Chiaramente meglio lo si fa, e più si è richiesti.

Il futuro musicale di Larry Franco?

Tanti concerti, tanti congressi, tante soddisfazioni è quello che mi auguro, cercando di andare controcorrente rispetto alla crisi che ci attanaglia e poi di riuscire a far crescere musicalmente tutti i miei allievi del Conservatorio di Taranto (Istituto Superiore di Studi Musicali G. Paisiello) dove sono docente della cattedra di “Canto Jazz” . Il futuro dei miei ragazzi è il mio futuro, se canteranno bene grazie ai miei insegnamenti, vivrò più a lungo ripagato dalla soddisfazione di aver dato loro qualcosa che non si impara sui libri, ma solo dalla vita vissuta e dall' esperienza che certo a me non manca. Quindi mi auguro un futuro di Concertista sempre più richiesto e di Docente ai massimi livelli e all' avanguardia per sintetizzare direi :

Vai Larry continua così.

MASSIMILIANO RASO


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MARTINO PIERRI.  LA MUSICA NEL SANGUE

Martino Pierri è un giovane chitarrista del Salento. Parlare con lui è un’emozionante viaggio nella storia del Rock. Oggi vive e lavora a Roma, ma l’amata terra è sempre nei suoi pensieri. Così abbiamo parlato di musica, oltre che di sentimenti.

Conosciamo l’artista Martino Pierri. Com’è nata la tua passione per il Rock?

Già da piccolo in casa non mi era difficile trovare vinili o musicassette di vari artisti rock cosi ascoltandoli capii fin da subito la grande attrazione che aveva questo genere di  musica con tutta la sua energia e vitalità. L’ho capito ancora di più quando imbracciai la chitarra per la prima volta a diciassette anni circa e imparai i primi accordi.

Sei un chitarrista con la passione per la composizione. Parliamone.

Si ho scritto diverse canzoni molte delle quali depositate presso la Siae. E’ come dare sfogo alla creatività. Intrecciando musica e parole o a volte solo musica creando pezzi  strumentali. Attualmente mi dedico di più alle cover.

Di solito i chitarristi Rock sono scatenati sul palco, musicalmente parlando. E tu?

Anche la presenza scenica e’ importante. Un concerto e’ uno scambio di energia fra chi suona e chi ascolta. Cerco di essere il più spontaneo e naturale possibile
.
Veniamo alle origini: il Salento ti dice qualcosa?

Certo è la terra dove sono cresciuto, dove torno spesso e dove ho le mie radici; terra del sole, della taranta, della pizzica, del bel mare, della bella gente e dell’ottimo cibo. Sono di parte lo so.

Se dovessi consigliare un viaggio in terra di Puglia, quale località consiglieresti?

La Puglia ha varie zone interessanti da visitare, ma sicuramente la litoranea ionica  ha un grande fascino. Legato non solo al paesaggio ma anche per le tradizioni ancora più forti.

Spettacoli in cui hai suonato. Raccontami un tuo concerto, per così dire, “folle”.

Festival music up 2011 al ciak village a tor di quinto a Roma. Conosco tre ragazzi dopo aver rifondato il gruppo e con solo tre prove, troppo poco tempo, decidiamo di esibirci davanti ad un centinaio di persone, la maggior parte musicisti, forse sarà mancata la compattezza del gruppo ma improvvisare e’ stato bellissimo.

Cosa ti senti di suggerire ad ragazzo, giovane come te, che si avvicina alla chitarra ed alla musica Rock?

Di continuare a coltivare la passione per la musica e di non concentrarsi solo sulla tecnica perche il rock deriva dal blues e quando si suona questi generi bisogna metterci dell’anima del sentimento. Come diceva JIMMI PAGE :la tecnica? io mi occupo di emozioni.

Una frase per concludere l’intervista

Il rock’n’ roll non morirà mai. 


MASSIMILIANO RASO




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Dici Franco Cosa e pensi a parole come allegria, professionalità, originalità. Personaggio poliedrico, Franco è in grado di coinvolgere qualsiasi tipo di pubblico grazie alle sue capacità d’intrattenitore ed imitatore. La vera consacrazione artistica, dopo una lunga gavetta, arriva con la partecipazione a note trasmissioni televisive sulle reti RAI. Ecco l’intervista che mi ha rilasciato.


La tua è una lunga carriera nel mondo dello spettacolo. Ce ne vuoi parlare?

Ci vorrebbe un libro per raccontarti la mia carriera!  Tutto iniziò con "Eternità" dei Camaleonti nel Luglio del 70'.

Hai avuto molte esperienze lavorative diverse tra loro. Perché?

Beh, essendo uno Showman credo sia normale aver avuto esperienze diverse tra di loro.

Raccontami di qualche aneddoto, qualche episodio che ti lega alla televisione?

L'esperienza televisiva che  ricordo con piacere fu quando in una puntata di "Domenica in"  (1998-99), tutto lo studio si alzò in piedi  ad applaudire e scandire il mio nome dopo aver cantato "Ancora" di Edoardo De Crescenzo.

Dici Franco Cosa e pensi a Taranto. E’ così?

Credo sia proprio come dici tu....Ormai il popolo di Taranto mi ha adottato in un certo senso.

Che rapporto hai con la città dei due mari?

Il mio rapporto con Taranto è come tra  madre e figlio, non ci piove! 

Situazione attuale. Si può fare spettacolo, quindi arte, nella tua città natale?

Credo che molto si debba fare  per l'arte in una città come Taranto.  Purtroppo c'è tanta gente di talento che  non riesce ad emergere per mancanza di strutture, teatri e soprattutto......Turismo!

MASSIMILIANO RASO

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FRANCESCO GRECO. LA MUSICA, IL VIOLINO E TARANTO

Violinista diplomato al “G.Paisiello” di Taranto, Francesco ha partecipato a vari concorsi nazionali classificandosi sempre nei primi posti. Oltre al ruolo di solista, svolge concerti con una formazione da camera riscuotendo consensi dalla critica e dal pubblico. Porta avanti un progetto musicale con il gruppo “Francesco Greco Ensemble” proponendo un modo nuovo di conoscere il violino. Con la "Francesco Greco ensemble " ha registrato negli studi della Valentino master recording il disco "Suoni del mediterraneo".


Conosciamo, per cominciare, la tua storia d’amore nel mondo della musica?

Natale 1981: il mio primo regalo fu un violino, un violino ¼ regalato dalla mia mamma, insegnante di violino da ben 46 anni presso il conservatorio Paisiello.
Un amore per questo strumento nato nel tempo. Molto difficile l’approccio all’inizio ma poi con il passare del tempo è stato sempre più bello scoprendone la sua bellezza.

Approfondiamo, per un attimo, lo strumento del violino?

Il violino è da tutti visto come strumento antico,”pesante”,classico, certo che lo è, ma con un pò di fantasia e  applicazione lo trasformi in qualcosa di incandescente,.di diverso da tutto. La prassi è sempre però quella di studiare per 10 anni il classico, poi inventi qualcosa di nuovo di originale che fai sbalordire tutti, e il risultato è fantastico. Rimane sempre il fatto che il violino è lo strumento più difficile in assoluto e senza studio non si va da nessuna parte.
Esperienze personali che ti hanno lasciato un bel ricordo, artisticamente parlando,   ce ne sono?

Di esperienze e gavetta ne abbiamo fatta tanta, ma i risultati alla fine dopo tanto impegno arrivano. Uno dei ricordi più belli è sicuramente il concerto a Roma in Piazza Navona, dove c’erano 2000 persone in attesa. Al termine del primo brano si sollevò una ovazione che ci fece rimanere a bocca aperta quasi increduli di quello che stava succedendo. E poi tante altre soddisfazioni e situazioni in città bellissime, in teatri e anche in grandi cattedrali, dando sempre il massimo.

Veniamo alla domanda sulla città di Taranto. Com’è il tuo rapporto personale e professionale con la realtà locale?

Taranto è una città molto bella, potenzialmente grande ma purtroppo abitata e governata da gente incapace, o meglio, culturalmente scarsa. Non si suona tanto, ma quelle poche volte che si organizza qualcosa con il mio progetto, fortunatamente si va ben oltre le aspettative.

La musica a Taranto. Un tuo resoconto sulle attività, i progetti e le iniziative future.

Taranto è una città zeppa di musicisti professionisti, grandi gruppi musicali, eccellenze della musica Ci sono associazioni che organizzano le stagioni concertistiche, ma che purtroppo non mettono in risalto i musicisti locali, preferendo sempre a quelli di fuori o dall’estero e purtroppo questo è un motivo di disagio da parte di tutti noi.


E’ possibile fare musica oggi a Taranto, città di Archita, filosofo che ha contribuito a alla costruzioni delle scale musicali?

In questo 2013 la musica live è andata molto di moda. Tanti locali hanno richiesto questo tipo di attività dando ottimi risultati. Si ringraziano anche le chiese che organizzano concerti classici e non classici sfruttando le feste patronali.

Ai giovani tarantini che vogliono avvicinarsi alla musica, magari incominciare a suonare il violino, cosa consiglieresti?

Bisogna creare qualcosa di nuovo, sempre. Create e create fin quando sarete soddisfatti!.

Una tua riflessione conclusiva.

Il mio è un appello a tutti i presidi, insegnanti e a tutti quelli che lavorano nelle scuole. Fate in modo di aprire le vostre porte delle scuole alla Musica perchè è sicuramente una delle ultime cose buone rimaste, serve a  ingentilire l’animo dei bambini e dei ragazzi e serve ad unirli e farli stare insieme.

MASSIMILIANO RASO

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Giancarlo Pioli, alias El Rubio Loco, è un cantante italiano “prestato” alla musica cubana. “Un amico di mio padre, tornando da un viaggio nei carabi, mi regalo una cassetta di quelle splendide ritmiche e da quel momento non lho piùlasciata. Il “rosso” ha una “fissazione” per l’isola di Cuba al punto tale da dedicargli l’intera carriera artistica. El Rubio Loco è un’eccellenza nel panorama canoro nel nostro Paese, i suoi brani sono divenuti in breve tempo molto apprezzati e richiesti in tutta Italia..

Ciao Rubio e benvenuto
Grazie! un saluto a te e a tutti i lettori

Parliamo subito musica degli anni novanta dal tuo osservatorio speciale?
Be è stato proprio in quegli anni che è cominciata la mia avventura musicale caraibica.
Giadai primi anni 90 incominciai ad ascoltare musica etnica. Un amico di mio padre, tornando da un viaggio nei caraibi mi regalo una cassetta di quelle splendide ritmiche e da quel momento non lho più lasciata. In quegli anni mi occupavo anche di sonorizzazioni per audio e video e mi ècapitato, proprio dopo luscita della pellicola Mambo Kings, di dover riprodurre, per una pubblicità le sonorita e latmosfera di Melao de Ca­­ñauno dei brani della colonna sonora del film. La passione cresceva sempre di più a tal punto di voler formare unorchestra e finalmente, nel 96, in seguito ad un incontro con alcuni musicisti cubani nacque il gruppo LA PARRANDA LATINA.

La tua è stata una carriera molto intensa. Prima di cominciare a cantare brani latinoamericani che lavoro svolgevi?
Io ho sempre lavorato nel mondo della musica spettacolo, che èsempre stato per me, oltre che un lavoro una grande passione. Pensa che a quattro anni già suonavo il tamburino nella banda municipale della mia città  A dieci anni la mia prima esibizione come batterista e cantante e a tredici anni la mia prima composizione musicale. La scuola di musica: percussioni, tromba e il pianoforte. A sedici anni le serate come presentatore, imitatore, animatore e le prime trasmissioni radiofoniche. Dopo la maturità e il servizio militare ancora radio e tv in Rai, Mediaset e varie emittenti private locali. Il primo  studio di registrazione e le esibizioni di piano bar, in cover band, gruppi rock, dance e di musica da ballo in Italia e in buona parte dellEuropa. Insomma uno spettacolo di vita di spettacolo!

Possiamo definire il tuo un “Italian Latin Style”? E che significa?
Si mi hanno definito il padre dellItalian Latin Style ma non credo di aver inventato niente. A me è sempre piaciuto tantissimo mescolare generi e suoni. La mia è una fusion tra musica Pop, Rock, Dance e Latin il tutto sempre legato dalla melodia che è il nostro emblema nazionale. E cosìche è nata questa sonorità che ha fortunatamente riscosso un grande esito a livello internazionale. 

Definisci la tua musica
Musica viva! 

Parliamo del tuo ultimo single. Se non mi sbaglio c’è di mezzo il genere musicale da ballo di origine angolana. Come si chiama e di cosa si tratta “Smooth Operator/ “Vivo Por Ella" KIZOMBA.
La Kizomba è un genere emergente che mi ha entusiasmato al primo ascolto e come ti ho già accennato io sono sempre stato appassionato di musica etnica e mi ha sempre divertito tantissimo  fondere sonorità e generi. E così è nato questo progetto, che, com’è stato scritto su un articolo di un giornalevale doppio perché la produzione è un medley tra il famoso brano di Sade Smooth Operator e Vivo por ella pezzo scritto a quattro mani con dj Francisco Rojos, in più sono state fatte due versioni: una a KIZOMBA (questo nuovo genere musicale da ballo di origine Angolana) ed una a BACHATA dalle sonoritàpop. Colgo loccasione per ricordare che fra pochi giorni usciràuna chicca per lestate. Il video di un ballo di gruppo  (traccia giàinclusa nel mio ultimo album Agua Fresca) con una versione remixata tutta da ballare. Per cui tenete docchio il mio sito www.elrubioloco.it per tutti gli aggiornamenti.

Per concludere lintervista, un tuo saluto
Innanzi tutto voglio ringraziare te per questa intervista e i lettori per lattenzione.
Penso che comunque la musica, in particolar modo quella latina, indipendentemente da generi musicali o tendenze, sia una delle massime espressioni del corazon e come tale non potrà morire mai. Mi auguro e soprattutto le auguro di vivere meno proiettata verso il business e piùallinsegna di Paz, Amore e Musica Viva!

MASSIMILIANO RASO



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I SELVA CUPINA

I Selva Cupina sono un gruppo musicale che nasce con l’intendo di far conoscere la tradizione ionica attraverso la ricerca storica e musicale. Una passione che consente di proporre un repertorio musicale che caratterizza le proprie radici culturali, dal Salento allo Jonio, arrivando al Gargano, con ballate di Pizziche,Tammurriate, Stornelli, Tarantelle, alla riscoperta dei suoni e delle voci della Puglia. Ecco cosa mi hanno raccontato.
Conosciamo i Selva Cupina.

  Quando è iniziata la storia musicale del gruppo?
Il gruppo musicale nasce nel 2005 dal forte sentimento di 6 ragazzi della provincia di Taranto animati da una grandissima passione per la musica popolare.

Parliamo della musica popolare pugliese. E’ un genere musicale tenuto in giusta considerazione o cosa?
Da qualche tempo la musica popolare che identifica il nostro sud ha cominciato nuovamente ad essere suonata nelle grandi piazze. Ma probabilmente solo se suona nei cuori di chi la propone agli altri, allora può essere manifestazione della vera tradizione. A dir la verità, purtroppo la nostra città, non dà la giusta importanza alle nostre tradizioni musicali etc (tarantismo), Lecce è riuscita a portare tramite “La Notte della Taranta” la nostra musica nel mondo, bisogna crederci nelle potenzialità dei nostri ritmi e balli, dando spazio ai vari gruppi presenti nel territorio tarantino per potersi esibire.

Da quali musicisti è formano il gruppo Selva Cupina?
6 i componenti del gruppo Tony, Natascia, Dario, Maikol, Lucia e Marcello, tutti hanno alle spalle molte esperienze personali nel settore musicale ma , poiché animati dallo stesso desiderio di recuperare le tradizioni popolari del territorio jonico-salentino, un bel giorno decidono di unire le singole forze per riproporre i brani che caratterizzano le proprie radici culturali, tarantelle, tammurriate, pizziche-pizziche…..

Ci sono strumenti tradizionali che intervengono nei vostri concerti?Se si quali?
I nostri concerti sono scanditi dal ritmo incalzante del tamburello di Maikol che fa vivere i suoni dell’armonica di Tony, del violino di Lucia e delle chitarre di Dario e Marcello che fanno da scenario alle melodiche voci di Natascia e Dario .

Nel panorama nazionale, qual è la situazione della musica tradizionale italiana?
Diciamo che i nostri rappresentanti politici sono poco attenti alle nostre tradizioni musicali popolari tanto da non impegnarsi nella divulgazione  a livello nazionale, di questo nostro ricchissimo patrimonio culturale.


Prima di ogni spettacolo: avete un rito scaramantico che mettete in atto?
No, non abbiamo nessun rito scaramantico.

La vostra musica sembra fatta per danzare. Parliamone.
Appena ha inizio il nostro concerto, con le prime battute del tamburello, diventa impossibile non sentire un immenso fervore interno, tanto da iniziare a muovere i piedi e poi tutto il corpo in una danza continua. Il pubblico partecipa attivamente ballando  pizziche-tarantelle e tammurrate  e intonando con noi i ritornelli di brani noti e non. Naturalmente non mancano momenti di ballo , attraverso la rappresentazione delle danze tipiche a cura di Natascia e Dario. Fiore all’occhiello del gruppo è l’eloquente esibizione della nostra bravissima Natascia nella “Tarantolata”.

Progetti futuri?
Il nostro primo grande obbiettivo era registrare un cd, e con grandissima soddisfazione siamo riusciti a farlo “Police” (Pulce). Ora abbiamo il sogno di riuscire ad esportare all’estero le nostre tradizioni musicali, magari facendo anche dei concerti nelle comunità d’ italiani emigrati, per permettergli di rivivere le proprie origini attraverso la musica.

E per concludere?
Io concluderei ringraziandoti per l’intervista e con uno stralcio recensivo di Egidio Saracino (Storico del melodramma) sul nostro gruppo: “Quando si parla di pizzica o di taranta il mio pensiero va ai Selva Cupina. Li ho conosciuti l’anno scorso, ascoltando e vedendo le registrazioni dei loro concerti. Poi per curiosità ho gironzolato tra gli altri gruppi dell’area tarantina e ho capito che i Selva Cupina, rispetto agli altri gruppi, possedevano molte cose in più..”.

MASSIMILIANO RASO




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 ENZO STRANIERO (CICCIO RICCIO)



LA REALTA' MUSICALE LATINOAMERICANA IN PUGLIA

La musica latinoamericana pugliese vive in periodo di splendore anche grazie ad alcuni suoi esponenti musicali. Il DJ della Emittente radiofonica “Ciccio Riccio” Enzo Straniero, in questa intervista, ci svela ogni retroscena sulla contagiosa musica e i suoi progetti alla radio.

Parlami un po’ di questa tua passione latinoamericana?

Ciao Massimiliano, intanto grazie per l’interesse nei miei confronti, mi ritengo un professionista dell’intrattenimento e la musica latino americana è parte integrante della vita, mi emoziona e mi identifica in tutto quello che vivo quotidianamente.

Conduci un programma alla radio dal titolo “la fiesta”. Parliamo di musica latinoamericana?

 LAFIESTA.IT è un progetto nato più di 10 anni fa con l’intento di promuovere la musica, il ballo e la cultura latino americana, progetto promosso dal sito di tutti i bailadores "http://www.lafiesta.it" , con una classifica settimanale su CICCIO RICCIO dei dischi più suonati dalle radio latine di tutto il mondo da uno streaming internet, ed ancora la selezione dei 3 video tra i più programmati dalle televisioni latine di tutto il mondo ogni settimana nel magazine CICCIO RICCIO TV, in onda su 9 televisioni su scala regionale, ed una satellitare, e con show, numerosi eventi di musica latina in Puglia.
Italia ci sono moltissimi locali dove recarsi a ballare. Com’è la situazione italiana? 

Noi “Italiani” abbiamo importato la cultura del ballo latino americani e spesso siamo molto bravi nell’accostarci quanto più possibile alla realtà latina, ma nella stragrande maggioranza dei casi parliamo di business per insegnare il ballo, e per potersi divertire, quindi non sempre a braccetto con quelle che dovrebbero essere le reali caratteristiche. Ci sono persone preparate che fanno questo di mestiere che dovrebbero avere il giusto riconoscimento, però come spesso accade in qualsivoglia situazione cè chi si improvvisa e non sempre ottiene un egregio risultato, questo, spesso, fa sminuire il lavoro di molte persone che invece lo fanno cono giusta cognizione.

La professione del disk jockey è stata considerata alla stregua di quella del musicista. Sei d’accordo?

Ritengo siano due professioni importanti, una non esclude l’altra, infatti il dj non esisterebbe senza musica, e senza il dj un cantante non avrebbe modo d’essere proposto e quindi ascoltato. Sono figure basate sulle qualità artistiche individuali, ma ovviamente con caratteristiche differenti.

Cosa proponi nelle tue serate latinoamericane?

La musica deve essere innanzi tutto una colonna sonora, piacevole da ascoltare, e ovviamente anche da ballare, che spazia dalla vecchia hit alla più recente.

Il genere latinoamericano va forte in Italia. Ed in Puglia?

Sono diversi anni che in Italia il genere latino americano è diffuso. Lavoro principalmente in Puglia, una regione tra le più attive in Italia se non la più attiva in merito a show con artisti internazionali, concerti e grandi eventi, con una grande percentuale di intenditori e veri estimatori.

MASSIMILIANO RASO

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